venerdì 10 agosto 2018

]





Mi sono addormentato accanto a te,
ho baciato la tua innocenza
violato il tuo pudore
E la contemplazione della notte
ha esplorato l’abisso
dell’infinito,
il buco nero
che tutta la grazia attira e imprigiona,
tu sua custode
Non chiederti che mano ti accarezzi
Ho sciato lungo le tue curve,
neve fresca la pelle
che non concede
di tenersi indietro né dare brusche
deviazioni d’intenti
Le crepe della vita
hanno il sapore amaro del rimpianto
ma arricchiscono il sorriso
delle valli più intime
Il mio sguardo non è tornato ancora
da dentro il tuo,
perso nella dolcezza
e nella vastità di quel profumo
È intriso il mio del tuo abbandono a me
Si è fatto mio
il respiro profondo
e fragile dei sogni imperscrutabili
mostrati dal tuo cuore
Un calore unico ci ha abbracciati
Mi hai dato amore
durante il silenzio del sole;
ho provato io a dartelo




venerdì 27 luglio 2018

,








Ho trafugato i sentimenti al tempo,
lui ladro
di vita e anche gentile di speranza
Finto li indosso nell’ansia del giorno
Meglio un abito già noto a chi aspetta
la sera
che inventare i sorrisi
Se ridi scopri i denti
Reprimere l’istinto
aiuta a mimetizzarsi fra i morti
Troppa verità offende l’idiozia,
orizzonte facile dei viziosi
dove nessun sole arrossa il peccato
Perdonami madre se non sarò
il carro funebre che avresti scelto:
già morire dopo di te
sarà ben dura
e niente garantisce
che potrò piangerti con versi miei
La fiamma non crepita per i vinti
Relative le ore passano in bianco
la notte ubriaca di sesso e dolori
Fradicio di rimpianti
affido gli altrui rimorsi al ludibrio
dei cani,
esseri che vivono il loro soffio
breve e silente con la dignità
sconosciuta a chi sporca
la vita


Quand’ho barato davanti alla luna
le carte
si vergognavano del loro seme
Le Perseidi fanno rotta sul padre
Si nutrono di eroi
dispersi nel vuoto come relitti
di sogni
Passa la gloria. Rimane l’infamia
Celesti sensi innalzano
l’orlo del torvo vulcano quiescente
Non lapilli ma fuochi d’artificio
nella notte sospesa
Andrà
All’interno di cosa l’universo
si espanda
non è dato conoscere
Il mistero è un alibi,
il suo nome ammanta di presunzione
chi spiega dentro il gelo
Oppure è rifiutato
da chi spera in un metro almeno d’oltre
Sgomenta ammettere di non sapere
Che sappiamo come ma non perché
Resta, povero limite,
il dove
Impigliato così
tra le nubi che oscurano la fuga
ristagno
nei dubbi
Un anelito parallelo esplode
ancora
Proseguo barattando
false esperienze con le cicatrici
delle emozioni con le quali inganno
lo spazio